Chi ha inventato il toast? Alla scoperta di un mito
Diventato protagonista indiscusso di pranzi di famiglia, di cene della domenica, delle pause pranzo in ufficio, di colazioni salate e merende per i bambini, il toast è un vero e proprio mito in tutto il mondo. La sua storia arriva da lontano e le sue origini sono un po’ magiche e soprattutto antiche.
Il termine toast infatti deriva dal latino “tostum”, ovvero cotto al fuoco e poi annerito, in altre parole, abbrustolito. Inutile dire che da toastum deriva anche il termine “toaster”, comunemente chiamato tostapane.
I primi esempi di toast, sono quelli cotti in padella: le fette di pane venivano inserite all’interno di un tegame riscaldato sul fuoco e fatte dorare soltanto da un lato. Ciò che ha veramente reso il toast quello che intendiamo noi oggi, è stata la prima invenzione del tostapane però non capita.
Nel 1893, Alan MacMaster ha infatti inventato questa macchina capace di cucinare le fette di pane, di tostarle appunto e farle dorare. Purtroppo la scarsa diffusione dell’energia elettrica non ha permesso il successo di questo piccolo elettrodomestico innovativo e capace di cambiare realmente la storia.
Seguendo l’idea di MacMaster, qualche anno dopo – nel 1919 – Charles Strite inventa il primo tostapane provvisto di timer che, automaticamente, faceva fuoriuscire le fette di pane una volta cotte così da non farle bruciare.
Ma come si mangia il toast nel mondo? In America è servito in un formato maxi con farciture e salse. In Francia e in Italia invece, il toast è praticamente lo stesso, quello con prosciutto cotto e formaggio. In Gran Bretagna il toast è irrinunciabile durante la colazione: con la sua consistenza e il suo sapore, si accompagnano perfettamente con le pietanze salate della colazione britannica.