Una mela al giorno toglie il medico di torno
Uno snack alternativo al panino? La mela. E adesso è proprio il momento giusto per approfittarne.
Ecco perché sempre più coltivatori in Val Venosta si stanno convertendo al biologico (niente antiparassitari, fertilizzanti ed erbicidi di origine sintetica). Te ne accorgi passeggiando tra i numerosi meleti dove l’occhio individua facilmente chi le erbacce le asporta in modo meccanico e non ricorrendo alla chimica, chi combatte parassiti e micosi con zolfo, rame, estratti vegetali e chi concima con sostanze organiche, per mettere in mano al cliente un alimento sano, gustoso, nutriente e rispettoso dell’ambiente. “Per quest’anno le prime stime mostrano un incremento nel bio del 4-5% rispetto all’anno passato.
Al momento stiamo ultimando il raccolto della varietà Gala, il restante 80% si concluderà verso metà ottobre” fa sapere Gerhard Eberhofer, responsabile del settore sensibile all’ambiente. Con le Gala ci sono anche le Golden (il grosso della produzione), le Red Delicious, le Fuji ed altre quattro varietà. “Siamo il primo produttore eco-compatibile italiano e uno dei maggiori in Europa – aggiunge – copriamo il 40% del mercato nazionale e il 30% di quello tedesco”.
Ricco in vitamine (soprattutto la E, antiossidante con proprietà immunostimolanti in particolare contro le infezioni virali, e la C), potassio e pectina (favorisce la riduzione della colesterolemia) questo frutto è anche un importante alleato per i diabetici. In più è amico del cuore, dell’apparato respiratorio ed è paragonato ad uno spazzolino naturale, capace di annientare il 90% dei batteri che danneggiano lo smalto grazie agli acidi messi in circolazione dalla sua masticazione lenta. I segreti che hanno fatto della Val Venosta il giardino delle mele? Più di 300 giorni di sole all’anno, meno di 500 mm di precipitazioni da gennaio a dicembre (che la rendono l’area più povera di precipitazioni dell’arco alpino) e una forte escursione termica tra il giorno e la notte (nemica giurata di parassiti e insetti) in un’area che geograficamente scende dal Passo Resia (al confine con l’Austria, dove nasce l’Adige) fino a Merano, nel lembo più occidentale della provincia di Bolzano. Dopo le bonifiche asburgiche terminate nel XIX secolo questa fertile valle fu ribattezzata “granaio del Tirolo”, non è di certo un caso se la saggezza contadina nell’ultimo secolo si è saputa riciclare espandendo le colture del frutto caro agli dei (per credenze ancestrali legate al colore rosso della buccia, bianco della polpa e nero dei semi).
I meleti salgono e scendono dai 500 ai 1100 metri di quota, incastonati fra i massicci dell’Ortles, a sud ovest e le Alpi Venoste a nord est. Svariati gli impieghi in cucina, anche se il consumo fresco, a morsi, è quello che preferiamo.
Lo sformato dolce di mele
Riportiamo qua la ricetta dello sformato dolce di mele, pane e ricotta tipico delle famiglie in zona. Annotatela e provatela, dato che non lo troverete mai nei ristoranti, a far concorrenza alle più note frittelle e ai famosi strudel.
Ingredienti:
- 6 panini raffermi
- ½ lt di latte,
- 3/4 mele Val Venosta
- 250 gr di ricotta magra
- 3 uova, 150 gr di zucchero
- 50 gr di uvetta
- ½ cucchiaino di cannella una presa di sale
- 1 bicchierino di rum
- 50 gr di burro.
Preparazione:
Affettare il pane e irrorare di latte. Sbucciare e tagliare a dadini (o grattugiare grossolanamente) le mele. Sbattere i tuorli, amalgamarli alla ricotta e allo zucchero. Aggiungere l’uvetta, le mele, la cannella e il pane lasciato in fette. Montare a neve gli albumi con la presa di sale e incorporarli delicatamente al composto, quindi versare in una pirofila (o uno stampo da budino) precedentemente imburrata. Spruzzare di rum e aggiungere il burro in fiocchetti. Infornare per circa 1 ora a 160°.