Stanca? Forse. Ma dall'anno prossimo Vinitaly cambia marcia.

Stanca? Forse. Ma dall'anno prossimo Vinitaly cambia marcia.

La parola d’ordine in questo gran carrozzone è pianificare. Perché è vero che nel nostro Paese gli ultimi trent’anni hanno visto dimezzare il consumo del vino, scendendo a circa 40 lt a persona per un totale di 20milioni di ettolitri. Ma la più importante fiera al mondo del settore è nostra. E si chiama Vinitaly , 45enne in grande spolvero, nonostante malumori diffusi.

I numeri non tradiscono: 156mila visitatori nella recentissima edizione, con un incremento del 3% tra gli stranieri (Germania in testa, quindi Usa, Canada, Regno Unito…. fino ad abbracciare Russia, Cina, Hong Kong) e del 10% nelle giornate storicamente deputate alle transazioni.

Poi la gran folla dei curiosi il sabato e la domenica (che il giornaliero a 45 euro non ha affatto scoraggiato), ma dall’anno prossimo si cambia marcia, perché sensibile alle critiche Vinitaly sceglie di spostare l’evento (che quest’anno si è svolto da giovedì 7 a lunedì 11 aprile) nelle giornate comprese fra la domenica (1 aprile 2012) e il mercoledì.

Il Chianti Geografico, ha manifestato la propria inquietudine decidendo di dare forfait in polemica ad una formula in cui “i costi sono diventati indubbiamente maggiori rispetto ai benefici offerti da questa fiera. Il lavoro con gli anni si è ridotto a due giorni, dal giovedì pomeriggio al sabato mattina, lasciando sempre più spazio ai consumatori finali più o meno interessati – ha spiegato la decisione di saltare il giro Marco Toti, direttore generale della Cooperativa di Gaiole in Chianti – Anche la ristorazione ha dimostrato con il tempo sempre meno interesse, partecipando soltanto in parte il lunedì mattina. Credo che se Vinitaly volesse riprendere un ruolo di maggiore spessore dovrebbe ipotizzare un’apertura limitata dalla domenica al mercoledì”. Detto, fatto.
Oltre 92mila i metri quadri che la città di Giulietta e Romeo ha regalato a Bacco. Con più di 4mila espositori, schizzati a 4600 se contiamo anche le rassegne collaterali dell’olio (Sol ), Agrifood del food ) e delle tecnologie (Enolitech)

E chi se ne frega se nel 2010 gli Italiani hanno preferito l’acqua (minerale, in bottiglia) al vino (lo dice una ricerca Istat), sborsando mensilmente 19.71 euro per la prima contro i 12 per il secondo. Si beve meno, ma di miglior qualità. Almeno tra gli adulti. Sarà dunque per le campagne antialcool e la stretta sulle norme del codice della strada (ma anche la crisi economica fa sentire il proprio peso!) che, a fianco di (spesso) eccessivi ricarichi in carta, i consumi nel bicchiere al ristorante sono crollati. Il nettare caro a Bacco è dunque rimasto impigliato nella rete a maglie fitte degli strali indirizzati al binge drinkingil fenomeno di preoccupante diffusione tra i ragazzi che volutamente si stordiscono tirando giù beveroni ad alta gradazione.

A risvegliarci dal torpore è arrivato lo stand di San Patrignano , invitando a fare il “pieno di gusto, non di alcool” perché (era scritto a caratteri cubitali) “il vino è piacere e salute, dunque bevi con sobrietà”. Mentre dall’alto un’auto rosso fiammante mostrava la conclusione di una serata sin troppo “brava”. “La fuga di massa da se stessi e dalla realtà è la “cifra” esistenziale dei nostri giorni.

Per scappare dalle nostre paure utilizziamo qualsiasi cosa: gioco, sesso, cibo, droghe, alcolici, vino – ha spiegato la sua battaglia Andrea Muccioli, responsabile della comunità di recupero riminese in cui, tra le altre cose, si coltivano vigne con ottimi risultati – Con questa realtà San Patrignano si confronta quotidianamente. Il 60% dei 500 ragazzi accolti ogni anno, non ha mai assunto droghe per via endovenosa (eroina) mentre nella maggior parte dei casi prendeva un “cocktail” di sostanze legali e illegali di cui anche l’alcool faceva parte. Per moltissimi, infatti, alcolici e vino sono la strada più semplice ed economica per stordirsi e alterare la percezione di sé”.

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