"Parigi val bene una… baguette"?
Se dici baguette, dici Francia. Protetta per strada da un velo di carta che come la coperta quando hai freddo, è sempre troppo corto. E i francesi fuori, che viaggiano sui marciapiede alla velocità di un raggio di luce, stretti in cappottini e giacchette di panno che solo chi vive il clima continentale sa indossare con garbo, reggendo in mano o sotto il braccio il filoncino croccante. Senza colpo ferire, lancia in resta. Dividerla? Sì è possibile, ma la baguette va condotta a casa intonsa.
Ogni quartiere ha le sue boulangerie. Più di una. Profumate di lievito, pane e dolci, cornetti e torte. Dove chi arriva si mette in fila e diligentemente attende il proprio turno. Spesso da una parte sta chi serve sfilatini e michette, dall’altra chi incarta tarte tatin e cornetti. Avvolgendo di nuvole un pacchettino dagli angoli arricciati, oppure stringendolo nel nastro sigillato ad anello, da reggere con il dito e lasciare penzolare lungo il fianco, al sicuro da improbabili cadute.
Ce n’è una in particolare, ma la qualità è alta ovunque, che a Parigi ci è rimasta nel cuore. Frederic Lalos “Miglior artigiano di Francia” annuncia l’insegna su rue St. Charles, nel XV arrondissement con altri quattro punti vendita in città. Al mattino ne esci con un’ottima tarte fine mele e cannella, convinto di non aver scelto abbastanza, con il desiderio di rientrare, e rientrare, e rientrare… Sul bancone cestini in vimini colmi di mini croissant caldi invitano a peccare. E tu che fai? Senza ombra di dubbio: cedi! E torni fuori con l’offerta del giorno cui attingere come ciliegie pescando dal sacchetto.
All’ora di pranzo gli sfilatini ridondano farciture, mentre in fila aspetti la tua baguette appena sfornata. E di nuovo coda ordinata che esce dal negozio, la sera, per il pane della staffa. Che alla faccia di chi sostiene goda vita breve, resta friabile anche il giorno dopo… Il segreto: “farine autentiche e naturali, scelte dalle migliori coltivazioni di grano e di segale insieme agli agricoltori dell’Auvergne.
Dalle vetrine ammiccano spuntini e sandwich conditi d’insalata, pomodoro, formaggio, tacchino, vitello. Torte salate, sfoglie, quiche al salmone, foie gras, piccole aragostine da consumare accompagnate da una crosticina di pane bianco. Da Stohrer in rue Montorgueil vi imbarazzerete.
Ai rinomati grandi magazzini Lafayette hanno tutto un piano dedicato ai gourmet. Al banco del pesce mangi le ostriche, poco più in là ci sono la cucina Thai da asporto e quella greca, su un predellino ti servono anche pane e “Bellota Bellota”. A proposito del rinomato prosciutto iberico in rue Jean Nicot, traversa della nuova via parigina del gusto (rue Saint Dominique, settimo arrondissement) c’è un una bottega dove a partire da 20 euro degusti panini e prosciutto da asterisco. Mentre in rue de Lourmel gli amanti del formaggio festeggeranno entrando nella minuscola rivendita di Laurent Dubois , tripudio di caprini e vaccini, burro con o senza sale, delizie più o meno stagionate.
Parigi val bene una baguette…