Apre Eataly Roma: sarà rivoluzione? (seconda parte)
Vi abbiamo lasciato in sospeso. Vi abbiamo detto che Eataly sta per aprire (la data ufficiale è il 21 giugno), ma in fondo in fondo non vi abbiamo raccontato cosa potete trovarci dentro. Ecco, faremmo forse prima a dire cosa non si trova (eno-gastronomicamente parlando), ma a noi piacciono le sfide. Dunque cercheremo di andare indietro con la memoria (al giorno della presentazione alla stampa), con il nostro taccuino degli appunti in mano, per ricordare cosa ci è stato raccontato da Oscar Farinetti.
Inutile dire che 17.000 metri quadrati (4 volte Eataly New York e 3 volte Eataly Tokio, giusto per dare un’idea), suddivisi su 4 piani, permettono la “coesistenza” di innumerevoli attività, tutte da far perdere la testa. Un modo per dire: sei vegetariano, sei carnivoro, sei “pastifero” o invece pizza-dipendente? Non ci sono problemi, qui da Eataly troverai il posto migliore, il prodotto/produttore migliore, per mangiare il cibo che preferisci.
Sicuramente non saremo bravi ed esaustivi, perché tutti i protagonisti di Eataly non li conosciamo così da vicino. E non vogliamo sembrare sapientoni, non essendolo. Ci accontentiamo di darvi qualche dritta, poi se la vorrete seguire, saprete con chi prendervela!
Partiamo dal basso. Precisando che il “salire” (i 4 piani di Eataly)non corrisponde ad una scala di valori, ma solo ad una attenta (ed intelligente) disposizione degli spazi e dei luoghi. Attenzione, intelligenza e semplicità sono le prima parole che mi vengono in mente se penso ad Eataly. Attenzione ai minimi particolari. Intelligenza nel saperti “accogliere”. Semplicità per come ti vengono presentati (e raccontati) i diversi spazi.
Al piano terra troviamo la libreria COOP, un’agenzia di viaggi (?), un piccolo mercatino di frutta e verdura (con accanto il ristorantino delle verdure), il caffè di Illy (immancabile dentro Eataly), la piadineria romagnola dei fratelli Maioli da Cervia, la pasticceria di Luca Montersino (uno dei migliori pasticceri d’Italia). E ancora la gelateria Lait di Ugo Alciati, la cioccolateria Venchi, storico marchio piemontese, la panetteria (vero cuore pulsante di Eataly) e, accanto ad essa, come in un rapporto di causa/effetto, la panineria di ‘Ino aka Alessandro Frassica.
Voi Alessandro lo conoscete già bene. Forse ricorderete il Cremon’ino e il San Carciuga, oppure la disfida del panino a Vinoforum 2010 “contro” il San Daniele alla livornese di Marco Stabile. Fatto sta che Alessandro la pensa come noi. Il panino per lui è “il modo, lo strumento, il contenitore, attraverso cui raccontare storie e proporre prodotti buoni e di qualità”. Un “paninaro” d’autore dunque, come quelli che piacciono a noi!
Saliamo al primo piano. Già dalle scale mobili cominciamo a sentire profumo di salumi e formaggi. I prosciutti appesi e i formaggi in bella mostra ci accolgono a braccia aperte. Gli uni di fronte agli altri, a braccetto. Un rapido giro su noi stessi e ci imbattiamo in Pasquale Torrente, un vulcano sempre attivo. Pasquale viene da Cetara, non certo la metropoli d’Italia. Un piccolo paesino nella costiera sorrentina (tanto magnifico quanto difficile da raggiungere) in cui il suo “Al Convento” (affiancato recentemente dalla cuopperia) spicca incontrastato. L’idea di Farinetti è appunto stata quella di portare la cuopperia (i fritti) dentro Eataly. Ecco quindi alici fritte (le alici di Cetara sono la specialità della casa), la pasta e patate e la pasta e ceci fritte, ma anche pane burro e alici, per non scontentare gli aficionados. Per Pasquale e suo figlio, Eataly rappresenta una grande sfida (pensiamo vincente): “per me Eataly vuol dire bellezza, armonia e piacere”. Più chiaro di così…
Sempre al primo piano, non possiamo non parlare del banco (termine forse riduttivo) della mozzarella e della birreria artigianale. Il primo è gestito da Roberto Battaglia, per il quale Farinetti spende grandi parole: “la sua mozzarella di bufala è buona due volte: sia perché è la migliore in circolazione, sia perché viene fatta e prodotta da qualcuno che ha denunciato – e fatto arrestare – membri della camorra”. Un valore etico aggiunto ad un prodotto già buonissimo. Al comando della seconda troviamo invece facce conosciute, anzi conosciutissime da queste parti: Teo Musso di Baladin e Leonardo Di Vincenzo di Birra del Borgo, insieme all’americano Sam Calagione. Oltre a più di 100 tipi di birra in vendita (la maggior parte della quali artigianali italiane), vediamo da vicino la birreria artigianale simil-New York (che tanto successo ha riscosso nella Grande Mela), in cui verranno prodotte tante fantastiche birre.
Si sale, eccoci al secondo. Al primo abbiamo “lasciato” la pizzeria e il ristorantino della pasta. Per gli amanti del carboidrato, non manca nulla!
Protagonista qui è il ristorantino delle osterie romane. Bella idea per portare alla ribalta le piccole ma validissime realtà della ristorazione laziale. Lo spazio è affidato in gestione, di mese in mese, alle migliori osterie del territorio. Si parte con Anna Dente e suo figlio Emilio per poi passare ai fratelli Cacciani da Frascati e all’Oste della Bon’Oradi Grottaferrata. Sempre e comunque, la tipica cucina laziale in bella mostra attraverso le mani dei grandi cuochi della Regione. Nel pieno rispetto della tradizione.
Prima di raggiungere l’ultimo piano, potremmo fermarci a comprare/mangiare dell’ottima carne o dell’ottimo pesce, grazie ai ristorantini di carne e pesce posizionati proprio accanto alla macelleria e alla pescheria. Ma dobbiamo salire ancora, per vedere l’ultimo piano. Non abbiamo un minuto di tregua…
A parte le aule didattiche (dedicate ai corsi di cucina) e gli uffici, siamo “conquistati” dal Ristorante Italia. Anche in questo caso cucina a vista. Al comando della brigata un giovanissimo chef, Gianluca Esposito (ventinovenne di belle speranze). Veniamo accolti da Piero Alciati, socio fin dagli esordi di Farinetti e responsabile della ristorazione di Eataly. In carta, ogni mese, 20 piatti diversi – dagli antipasti al dessert – in omaggio alle 20 Regioni italiane. Prima di varcare le porte del ristorante, l’unico in cui si può prenotare un tavolo all’interno di Eataly, 17 immagini degli uomini e delle donne che hanno fatto (secondo Eataly, dunque opinabile) l’Italia. Altra chicca “comunicativa” di Oscar…
Concludiamo il nostro racconto sedendoci (solo metaforicamente si intende) al tavolo dei “10 fortunati”. Dove, da settembre, per ogni mese, un grande chef internazionale cucinerà i suoi piatti per soli 10 commensali. Che acquisteranno il loro posto in un’asta sul web a partire da 300 euro. Il ricavato andrà in beneficienza ad un ente benefico in ambito eno-gastronomico.
Se vi abbiamo incuriosito, ci andrete. Se vi abbiamo annoiato, ci andrete lo stesso per farvi una vostra personale opinione. In ogni caso, Eataly sarà, volente o nolente, sulla bocca di tutti per diversi (tanti) mesi. Ne siamo convinti.
Quando ci farete un salto, ricordatevi di darci la vostra impressione!
(Il racconto continua, non finisce qui!)