Panini da Harrods

In un mio recentissimo viaggio a Londra sono rimasto colpito – gastronomicamente parlando- da un bel po’ di cose.Il cibo è spesso “sdrammatizzato”, semplificato, reso più appetibile oltre che comprensibile. Anche quando si tratta di “alti cibi” e frutto del lavoro di cuochi o artigiani.

Il cibo è anche un un modo di essere, un momento parte di uno stile di vita (come a dire che si mangia anche un po’ come si è), un pezzo fondamentale della propria identità. Ma in questo inserirsi nella vita di tutti i giorni il mangiare assume forme colorate e profumate che avvicinano, che non richiedono livelli di sapienza complessa, che sono alla portata dei più, anche nel prezzo. E capirete che lo stupore è stato particolarmente grande nello scoprire un angolo assolutamente inaspettato da Harrods.

Nel tempio della moda, che recentemente ha cambiato proprietà ma che è sempre una delle referenze più ambite (e visitate) da chi produce beni di lusso… beh, da proprio da Harrods, tra Armani e Vuitton, tra caviale e tè pregiati…c’era un intera vetrina di panini. Una fantastica e colorata rassegna di pani farciti accanto alla pasticceria più ricercata. Club sandwich, brioche salate, pane casareccio, verdure, salumi, carni, formaggi, accostati nei modi più fantasiosi e qualche volta mai visti. Una pausa panino da Harrods (o anche solo un “take away”) con meno di dieci sterline per un pezzo di felicità. Eppure in quei panini, in quelle idee c’era anche tanto di nostro. Di italiano.
Ma da noi una vetrina di panini di lusso in un tempio per gourmet la devo ancora vedere. Se qualcuno volesse raccogliere l’idea prometto che non chiedo i diritti… Piuttosto vengo ad inaugurarla!