D di Repubblica di oggi, pagina 144: “Nel non luogo che verrà”, reportage Italia: Ecosostenibile, accogliente, geotermico: è il futuro, a forma di gomma erbosa che si affaccia (a Mensa di Ravenna) sulla vecchia superstrada.

Un lungo pezzo (belle foto) racconta dunque del “nuovo” autogrill, che rompe gli schemi e guarda al futuro. “Lo hanno pensato e costruito immaginando il mondo che verrà” -scrive Chiara Romani- “utilizzando materiali e idee riciclabili”. Basso impatto visivo dell’edificio, tetto che vive con le stagioni (è ricoperto di erba), trattenimento delle polveri, isolamento termico aggiuntivo, irrigazione del tetto con acque piovane raccolte in vasca, separazione e riciclo dei rifiuti, bassa emissione di anidride carbonica in atmosfera. Bancone ecocompatibile, illuminazione a bassissimo consumo, parcheggi dedicati a disabili e donne incinte in una griglia quasi perfetta, per agevolarne l’ingresso.

Un segno importante, del fatto che ormai più nessuno prescinde dall’ambiente e dal concetto di basso impatto. C’è un però. Non una riga sul cibo. Il nuovo modello di stazione di ristoro per la giornalista è una storia da raccontare prescindendo dal ristoro stesso. Cosa diavolo si mangerà in questo nuovo autogrill? Non saranno mica le stesse cose di sempre? E sì, che di novità, negli ultimi tempi nei banconi autostradali se ne sono viste tante. Come d’incanto molti dei panini di sempre sono stati affiancati da ricette fatte di prodotti tipici, salumi nostrani e denominazioni di origine. Con un discreto successo. Ma tutto questo toccherà in qualche modo anche i temi della sostenibilità oppure no? E possibile che non interessi a nessuno? A questa giornalista no.